Mura della città di Firenze – L’Oltrarno

Lascia che ti riporti all’inizio della storia … Il primo insediamento su questa riva, che si chiama ‘Oltrarno’, si sviluppò presto, in epoca romana, lungo la Cassia Nova all’incrocio dove convergevano le strade principali provenienti da Pisa e Volterra, all’estremità meridionale (caput Pontis) del ponte più tardi chiamato “Ponte Vecchio”.

Il 25 ottobre dell’anno 250 “Miniato” fu martirizzato sul Mons Florenzio, non lontano dal ponte. Nel IV° secolo qui sorgeva un cimitero proto cristiano e pochi anni dopo qui fu fondata una delle antiche chiese fiorentine: Santa Felicita. L’Oltrarno divenne la “sacra area fiorentina” dopo la fondazione della chiesa di San Miniato nel 1018. Lungo le tre strade principali (una verso est verso la Piana di Ripoli, un’altra verso Siena e la terza verso ovest lungo il fiume) che irradiava da Caput Pontis sviluppò molti villaggi, per la gran parte abitati da poveri immigrati in cerca di fortuna. L’Oltrarno fu presto dotato di fortificazioni. Il Caput Pontis era un punto strategico, conduceva le strade provenienti da Arezzo, Roma, Siena e Pisa all’interno di Firenze. Le prime mura in Oltrarno non erano mai omogenee in altezza, struttura, materiali usati e, a causa della morfologia del terreno, non erano mai state allineate da una banca all’altra. Consisteva di molti elementi: fossati, palizzate, case, cancelli e facciate continue.

 

Le cronache storiche sono in contrasto con la data delle prime difese murate: forse 1078, insieme con le opere portate avanti sulla riva destra dalla Contessa Matilda, o 1258. È probabile che le opere del 1078 fossero solo di terra e legname e che nel 1258 fu costruito il primo muro di pietra. Tuttavia, il triangolo precedentemente fortificato era tra l’attuale Piazza Frescobaldi, Via Maggio e Via Guicciardini.

 

Nel 1172/74 il perimetro difensivo fu ridisegnato, la nuova linea coincideva più o meno con quella sulla sponda opposta del fiume, a livello est e ovest dove alcuni anni dopo vennero costruiti il ​​Ponte alla Carraia e il Ponte alle Grazie. La disposizione orientale rimane per gran parte invariata, mentre quella occidentale è stata ampliata: dalla testa del futuro Ponte alla Carraia (Piazza Nazario) lungo Via de’ Serragli fino all’angolo con Via S.Agostino, lungo Via Mazzetta fino a San Felice in Piazza Chiesa.

 

Nel 1258/59, sotto la minaccia ghibellina proveniente da Pisa e Siena, con i due nuovi ponti sopra citati già costruiti, la fortificazione di Oltrarno doveva essere rinforzata. Le mura furono ricostruite in pietra proveniente dalla [atroce] distruzione delle case e delle torri ghibelline. L’espansione del circuito murato fu grande, raggiunse l’attuale Piazza del Carmine, la Porta Sud fu eretta all’incrocio tra Via Romana e Via del Campuccio e una vasta area della collina di S. Giorgio fu inclusa nel perimetro. Anche il grande “Borgo” di San Niccolò era dotato di mura e cancelli, compresa la possente Porta San Niccolò, sulla stessa linea della Porta successiva che ancora oggi è l’unica che raggiunge l’altezza originale.

 

Il sesto recinto costruito da Arnolfo di Cambio tra il 1284/1333 circondò un grandissimo spazio su questa sponda del fiume. L’intera collina di San Giorgio e molte chiese come San Frediano, San Pietro in Gottolino eSan Salvatore sono state incluse. Anche molte iniziative urbane furono intraprese: Via de’ Serragli fu prolungata, Costa San Giorgio fu rinforzata contro le frane, Piazza Santo Spirito fu ampliata e Via Maggio, Borgo San Frediano e Via di Piazza si allargarono. Tuttavia i lavori procedettero lentamente e con disordine: le porte del Carmine, di San Giorgio e di San Miniato furono costruite solo nel 1314. La nuova Porta San Niccolò fu costruita tra il 1324 e il 1327, Porta Romana tra il 1328 e il 1331 (recentemente restaurata e con il suo percorso a muro aperto al pubblico), Porta San Frediano solo nel 1333. La caduta della popolazione, le crisi politiche, economiche e sociali, le alluvioni del 1333, rallentarono la costruzione delle mura. Nel 1356 le fortificazioni di Oltrarno non erano state ancora completate, nel decennio successivo l’opera fu portata avanti dall’architetto Taddeo Gaddi.

L’involuzione urbana congelò la città, la nuova invenzione nel campo militare [armi da fuoco] cambiò la direzione per lo sviluppo delle fortificazioni cittadine. L’anno 1526 fu il vero punto di svolta: il conte Pierre de Navarre e Niccolò Machiavelli decisero che la cortina merlata, le torri esili e le merlature non erano più utili: le porte e le torri murarie dovevano essere abbassate, le difese dovevano essere affidate e spostate sulle colline dell’Arno e di San Miniato.

 

Gran parte di questi lavori non furono mai portati avanti (anche il grande architetto Sangallo progettò alcuni di questi bastioni tra San Miniato e Giramonte), solo le porte furono abbassate ad eccezione di Porta San Niccolò, a causa di critiche e discussioni sul costo di queste costruzioni. Nel 1529 le truppe imperiali di Carlo V assediarono Firenze e fu ordinato a Michelangelo di fortificare la collina di San Miniato e di costruire bastioni e fossati per fortificare le mura della città.

 

Questa fu l’ultima operazione sulle mura di Firenze dell’Oltrarno. Gran parte di queste mura sono ancora oggi in buono stato di manutenzione. San Niccolò, San Miniato, San Giorgio, Porta Romana, le porte di San Frediano sono ancora intatte, insieme a una cinta muraria ancora merlata e alcune torri, come la famosa “del Candeliere” (poco meno del XVI° secolo Forte Belvedere) e la altro di “Santa Rosa”, vicino alla riva dell’Arno a San Frediano.